Rifugi antiaerei in galleria
Il progetto di queste strutture si è basato su schemi base, emessi dal Ministero degli Interni, che definivano le dimensioni minime, la posizione delle uscite, i materiali da costruzione da impiegare, la capienza per metro quadrato (2 persone per mq, come per i rifugi tubolari).
Questi sotterranei avevano capienze totali variabili, si parla di un minimo di 300 persone sino ad un massimo di 6000, capacità raggiungibile con l’unione di tre rifugi: Comando Germanico, via Garibaldi e Conca d’Oro, tramite la galleria di Collegamento (o S. Alessandro).
Di questi rifugi ne sono stati completati soltanto due, gli altri o non sono stati ultimati o non è mai iniziato lo scavo. Ciò è stato causato dal ritardo con cui sono iniziati i lavori, a guerra ormai quasi finita, dalla scarsità di materiali da costruzione e anche perché venivano utilizzati, come manovalanza, prigionieri di guerra che, come riportato in vari documenti, “non rendevano bene sul lavoro”.
Inoltre, come testimoniato da un articolo de “L’Eco di Bergamo” del 5 luglio 1945, non era possibile utilizzare i ricoveri in caso di attacco aereo durante i lavori di costruzione, contro ogni buona regola per queste strutture durante la guerra.
Rifugi accessibili ed ispezionati:
RIFUGIO DEL PARCO DELLE RIMEMBRANZE O DELLA ROCCA
RIFUGIO DI COLLEGAMENTO O DI S. ALESSANDRO
Rifugi non più accessibili o progetti non eseguiti:
RIFUGIO DI S. AGOSTINO E DEL POZZO BIANCO
RIFUGIO DELLE MURA DI SAN GIACOMO
Galleria di collegamento o di S. Alessandro
(Fotografia M. Glanzer - Archivio G.S.B. Le Nottole)