Lacca della Seggiovia

La Lacca della Seggiovia è stata esplorata nel 1996 lungo il suo ramo più evidente, con dimensioni rimaste modeste per diversi anni. Il superamento, nel 2005, di uno stretto budello ventoso, ha portato alla scoperta di nuove inaspettate diramazioni che hanno rappresentato un grosso impegno negli ultimi anni, ottenendo in breve che l'abisso sia passato da 30 a 270 metri di profondità.

La Lacca della Seggiovia è caratterizzata da parecchie strettoie nella parte iniziale e da grossi ambienti talvolta spazzati dall'acqua nelle parti medio-profonde. 

Nell'equilibrio del sistema carsico ipogeo dell'Arera apporta un notevole potenziale, col ruolo di possibile anello di congiunzione tra i tanti abissi che si trovano nei dintorni. In un ramo intorno ai -200 metri sono state scoperte formazioni assolutamente sconosciute in precedenza, che vengono scherzosamente chiamate, per somiglianza morfologica, "Cozze". I meccanismi che le hanno generate sono tuttora allo studio, visto il loro interesse e l'assenza di precedenti noti in letteratura.
Le ricerche esplorative svolte nel 2007-2008 hanno ulteriormente incrementato il dislivello, portandolo a -330 metri, con uno sviluppo di quasi 1.200 metri.
Nel biennio 2009-2010 sono state scoperte ulteriori zone basse, facendo raggiungere una profondità di 407 metri. L'andamento, molto problematico, rende la sua percorribilità estremamente faticosa e paragonabile a quella di abissi di gran lunga più profondi.

 

 

Il pozzo d'ingresso alla cavità.

(Fotografia G. Pannuzzo - Archivio G.S.B. le Nottole)

 

 

Il pozzo Tsunami.

(Fotografia M. Gerosa - Archivio G.S.B. le Nottole)

 

 

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