Acquedotto dei Vasi o di Castagneta

L’acquedotto dei Vasi dalla zona collinare a nord - ovest di Bergamo, pendici nord del monte Bastia, con un percorso di 3544 m portava l’acqua di varie sorgenti che incontrava lungo il percorso all’interno delle mura venete.

Il tracciato dell’acquedotto è stato ricostruito dal Gruppo Speleologico Bergamasco le Nottole dopo mesi di lavoro lungo l’antico sentiero dei Vasi e con ricerche presso gli archivi della Biblioteca Civica A. Mai.

L’acquedotto dei Vasi è stato descritto nella pubblicazione “Gli antichi acquedotti di Bergamo” (B. Signorelli e N. Basezzi, G.S.B. le Nottole) edita dal Comune di Bergamo, Assessorato all’Urbanistica, nel 1992.

 

Grazie ad una relazione del fontanaro Carlo Milani del 1728 è stato possibile tracciare con precisione il percorso del canale andato perso in più punti.

L’acquedotto dei Vasi aveva origine con la “Sorgente della Noce” situata in località Cavato, nel bosco sopra via Ramera. Scendendo verso la città lungo il Sentiero dei Vasi, la vecchia strada comunale del Canale, veniva alimentato dalle sorgenti dette “dello Scudo”, “del Bosco” e “della Valle del Pozzo”.

Lungo il sentiero è possibile vedere ancora alcuni manufatti quali cisterne e parti del vecchio condotto.

L’acquedotto proseguiva poi alla destra di via Castagneta e raccoglieva le acque delle sorgenti “della Tavernella”, “della Sortiva Migazzi” e “della Sortiva Nuova” prima di attraversare la porta di S. Alessandro ed unirsi all’acquedotto di Sudorno all’interno del baluardo di S. Alessandro.

L’origine dell’Acquedotto dei Vasi è attribuita dalla storiografia locale al periodo romano. Sicuramente questo manufatto portava acqua in Città Alta nel 1200, quindi molto prima della costruzione delle mura volute dalla Repubblica di Venezia.

L’acqua delle sorgenti elencate precedentemente veniva incanalata, tramite condotte minori, nel canale principale percorribile dai “fontanari” cioè gli addetti alla manutenzione di acquedotti e fontane. Il canale, con dimensioni di 25 x 40 cm, era infatti inserito in un cunicolo ispezionabile di 90 cm d’altezza e 70 cm di larghezza.

Lungo il percorso dei Vasi erano state costruite 3 cisterne per regolare il flusso dell’acqua, per permettere la sedimentazione delle impurità e per costituire una piccola riserva.

Dalla sorgente di origine (Sorgente della Noce, 435 m s.l.m.) sino a porta S. Alessandro (365 m s.l.m.) l’acquedotto copriva un dislivello di 70 m.

 

 

Il tracciato dell'acquedotto dei Vasi (in nero) e dell'acquedotto di Sudorno (in rosso).

(Estratto mappa IGM, foglio Bergamo, 33 III S.E.)

 

 

Un tratto del canale esistente sotto gli orti delle case in frazione "Gallina", lungo via Castagneta.

(Fotografia Archivio G.S.B. le Nottole)

 

 

Il primo uschiolo: l'accesso al canale ed alla vasca di decantazione all'inizio del Sentiero dei Vasi.

(Fotografia M. Glanzer - Archivio G.S.B. le Nottole)

 

 

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