Acquedotto di Sudorno o di San Vigilio

Il tracciato dell’acquedotto di Sudorno, o di S. Vigilio, si snodava lungo le pendici meridionali del monte Bastia e del monte S. Vigilio scendendo lungo via San Sebastiano, via Torni e via Sudorno sino al baluardo di S. Alessandro, ove si univa con l’acquedotto dei Vasi.

Rispetto a quest’ultimo aveva una struttura meno complessa e scorreva, per la maggior parte del percorso, in un canale di piccole dimensioni.

Dalla prima sorgente sino alle mura venete la lunghezza totale era di 2245 m con dislivello di 58 m.

 

Anche questo acquedotto, come quello dei Vasi, è stato descritto nel libro “Gli Antichi Acquedotti di Bergamo” (B. Signorelli e N. Basezzi, G.S.B. le Nottole), edizione a cura del Comune di Bergamo, utilizzando la relazione del fontanaro Milani del 1728.

Le sorgenti che alimentavano l’acquedotto erano solo due: dell’Acqua Morta, situata in via San Sebastiano e del Gavazzolo, ora in proprietà privata, lungo l’antica via del Gavazzolo.

La prima sorgente con le relative opere di captazione e la fontana omonima sono molto antiche: il nome compare già in un atto del 1156 e l’architettura è certamente medioevale. Tutta la struttura ci è arrivata in buono stato di conservazione.

Non così per la Fontana del Gavazzolo che risulta interrata per metà altezza. Dietro la fontana è comunque possibile vedere la cisterna, le vasche di decantazione e la sorgente all’interno di una piccola cavità naturale.

Dopo il Gavazzolo l’acquedotto proseguiva verso la salita dello Scorlazzone ove è possibile vedere ancora oggi una fontana – uschiolo (gli uschioli erano gli accessi di servizio per l’ispezione degli acquedotti).

Lungo via Sudorno il fabbricato più importante che veniva rifornito dall’acquedotto era il convento di San Gottardo.

L’ingresso del condotto nelle mura venete era consentito, sino agli anni '20 del 1800, da un ponte che collegava con leggera pendenza via Sudorno con il baluardo di Sant’Alessandro. L’acqua, secondo quanto riportato nella relazione Milani, scorreva sul ponte in un canale di rame.

Successivamente il ponte è stato sostituito con un sifone e quindi con una condotta in pressione.

All’interno del baluardo non è più possibile una lettura precisa del percorso dell’acquedotto, almeno per quanto riguarda la parte terminale del sifone, a seguito di lavori per la costruzione del rifugio antiaereo di Santa Grata durante la seconda guerra mondiale. Si può tuttavia vedere ancora il punto di unione di questo acquedotto con l’acquedotto dei Vasi.

 

 

Il tracciato dell'acquedotto dei Vasi (in nero) e dell'acquedotto di Sudorno (in rosso).

            (Estratto mappa IGM, foglio Bergamo, 33 III S.E.)

 

 

 

La fontana dell'Acqua Morta in via San Sebastiano. Le sue sorgenti danno origine all'acquedotto di Sudorno.

(Fotografia M. Glanzer -  Archivio G.S.B. le Nottole)

 

 

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