Acquedotto di Prato Baglioni

Meno noto rispetto all’acquedotto dei Vasi e di Sudorno e considerato spesso come una derivazione del primo, l’acquedotto di Prato Baglioni è una struttura indipendente che, con una lunghezza di circa 1400 metri, riforniva la zona della Boccola, della Fara, di S. Agostino alimentando le fontane di S. Agostino e di Osmano. Il canale inoltre, proseguendo all’esterno delle mura venete in via Pignolo, alimentava la fontana del Delfino.

 

Dopo ricerche sia sul campo che bibliografiche il Gruppo Speleologico Bergamasco le Nottole è arrivato a definire il tassello mancante nella distribuzione idrica di Bergamo Alta nell’antichità.

Per i vari sopralluoghi sono state molto utili due relazioni ritrovate presso gli archivi della Biblioteca Civica A. Mai: la prima del fontanaro Carlo Milani, datata 1728, che ricostruisce l’andamento del canale; la seconda dell’ing. Albani, consigliere comunale nel 1885, sullo stato di conservazione, inquinamento e possibili migliorie agli acquedotti di Castagneta e di Prato Baglioni.

L’unica sorgente propria dell’acquedotto di Prato Baglioni era nei prati sotto Colle Aperto. Ulteriore acqua veniva aggiunta con il sopravanzo della fontana del Vagine e della fontana della Boccola.

Il canale risulta percorribile solo in due punti ove le dimensioni medie dello stesso sono di 90 cm in altezza e 60 cm in larghezza. L’acqua scorreva in un piccolo canale centrale di 30 x 40 cm. Per la parte rimanente del percorso l’acqua scorreva in un condotto di piccole dimensioni oppure in tubo.

Da quanto si è potuto apprendere dai documenti ritrovati la costruzione di questa struttura dovrebbe risalire alla seconda metà del 1500, durante la realizzazione delle mura venete.

 

Nella sezione relativa alle pubblicazioni del G.S.B. le Nottole è possibile scaricare la Nottografia dell’acquedotto di Prato Baglioni, il terzo acquedotto antico di Bergamo.

 

 

Il tracciato dell'acquedotto di Prato Baglioni.

(Estratto mappa IGM, foglio Bergamo, 33 III S.E.)

 

 

Il tratto di acquedotto sul retro delle case in S. Agostino.

(Fotografia M. Glanzer - Archivio G.S.B. le Nottole)

 

 

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